Predatori del nuovo millennio

TR10_dicembre_3Si ricevono sempre pareri discordanti sulla vita di un uomo.

Molti la paragonano a un soffio di vento, a qualcosa di fugace e intenso che non si riesce mai a godere appieno, molti altri, d’altra parte, ribattono che, per quanto breve possa essere, la vita è l’esperienza più lunga che faremo.

Si nasce, si cresce, s’invecchia e si muore, spesso è banalizzata così l’esperienza umana: quattro semplici e concise fasi che però non tutti hanno l’opportunità di vivere.

A causa della cattiveria, della gelosia e della brama di potere, le già poche fasi si riducono e subentra l’ingiustizia.

Un uomo, più o meno ricco o potente, può arrogarsi il diritto di decidere?

Parigi, 13 novembre, un venerdì sera. Una serie di attacchi terroristici fa sprofondare la città nella paura e nella sofferenza. Il luogo più bersagliato risulta essere il teatro Bataclan, in cui il pubblico stava assistendo ad un concerto rock. Si contano 89 vittime. Tra queste Valeria Solesin, 28 anni, di origini italiane, veneta, si era trasferita a Parigi per studiare come dottoranda alla Sorbona, conduceva una vita soddisfacente e promettente.

Non è morta per una malattia o perché vittima di una calamità naturale. Valeria Solesin è morta per mano di un gruppo di uomini che arrogantemente hanno deciso che lei, e tanti altri dovevano morire. Morire invano, per motivi ignoti, forse, agli stessi carnefici. Religione, politica, interessi economici, sono molte le ipotesi sorte durante quest’ultimo periodo. Le cosiddette guerre sante sono sempre esistite, ma può un atto così violento essere giustificato solo da motivi religiosi?

Bisognerebbe invece chiedersi come un gruppo, seppur numeroso, che conta meno del 20% della popolazione islamica, abbia la possibilità economica di disporre delle più sofisticate tecnologie e delle più potenti armi. Gli stessi che si presentano come repressori di questo movimento sono forse coloro che l’hanno per tutti questi anni alimentato?

Ci sono davvero pochi elementi chiari in questa dolorosa e straziante vicenda, ma ciò su cui tutti sembrano concordare è la cattiveria e crudeltà che vive dietro quest’atto apparentemente religioso.

  1. Artaud sosteneva la crudeltà della natura umana affermando che il bene è voluto, è la conseguenza di un atto, il male è permanente.

L’uomo è per natura predisposto ad agire crudelmente, per propri interessi, per divertimento; ciò che invece è costruito, ipocrita, collegato alla paura di una punizione è il bene, e gli ultimi avvenimenti non possono che confermare le parole di questo scrittore. Lo stesso Hobbes, pur essendo vissuto quattro secoli prima, aveva individuato come la natura umana sia governata da un infinito desiderio di potere che genera violenza.

L’uomo è un lupo divoratore per ogni altro uomo.

Articolo scritto da Marta Vianelli

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