I veri campioni

TR05_gennaio_2Lo sport è sempre stato importante per l’uomo tanto che i Greci nel 776 a.C. fondarono le prime Olimpiadi. Per questa antica popolazione l’attività fisica era fondamentale: infatti chi vinceva le gare sportive, e in modo particolare le Olimpiadi, guadagnava prestigio e poteva ottenere importanti cariche politiche.

Anche durante questo periodo storico, pur all’interno di una cultura focalizzata sul benessere dell’uomo, c’erano come oggi episodi di sport contaminato dal doping e dalla corruzione. Del resto a ogni cosa positiva se ne oppone sempre una negativa: lo sport non è solo felice e spensierato ma anche corrotto. In questo periodo il suo lato peggiore sta predominando e lasciando im ombra il significato intrinseco che è presente anche nell’etimologia del termine. Sport infatti è un’abbreviazione della parola inglese disport che significa divertimento: quando si esegue un’attività fisica bisognerebbe essere felici poiché questa è in grado di liberare dai pensieri negativi e dallo stress che si accumula durante il giorno, anche se praticare sport a livello agonistico può provocare stress dovuto all’attività stessa che dà pressioni a causa delle gare e di altre competizioni. In casi come questi è difficile controllare tutte le emozioni e c’è chi, non riuscendoci, cede al doping, assumendo sostanze mediche a scopo non terapeutico che aumentano le capacità agonistiche, oppure alla corruzione.

Tuttavia il valore di un atleta si vede nei momenti di difficoltà e di tensione quando ognuno deve usare la propria forza di volontà e far leva sul suo carattere: l’importante è partecipare con le proprie capacità e non, al contrario, barare pur di vincere ad ogni costo, sapendo che il premio vinto non è stato ottenuto grazie alle proprie abilità ma con degli imbrogli. Del resto sono proprio i momenti in cui falliamo (e non quelli in cui vinciamo) che ci insegnano cose importantissime su quello che ci circonda e soprattutto su noi stessi e i nostri limiti.

Pierre de Coubertin, fondatore dei moderni Giochi olimpici, disse che “lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla”. Infatti è lo sport che ci aiuta a combattere le nostre paure e a superare i nostri limiti, le barriere che noi stessi ci imponiamo, magari per timore, e che siamo convinti che non supereremo mai. Invece con pazienza e fatica sì può riuscire in tutto: non esiste il “non lo so fare” perché essendo tutti uguali possiamo riuscire a fare le stesse cose e, anche se qualcosa potrebbe riuscirci meglio o peggio, l’importante è non arrendersi alle prime difficoltà che si incontrano. Ecco perché cedere al doping è un sintomo di debolezza e di insicurezza: infatti i veri campioni non sono quelli che vincono imbrogliando, ma quelli che ogni giorno si impegnano al massimo e cercano di fare il proprio meglio, quelli che non si arrendono mai anche se arrivano ultimi, quelli che hanno una speranza nel cuore.

Articolo scritto da Maria Francesca Petraccia

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