Il cibo sano che fa male

green and red healthy foodMirtilli, more, angurie e meloni: tutti frutti che fanno salire l’acquolina in bocca a grandi e piccini. Ma se prima bisognava aspettare maggio per soddisfare la propria voglia di ciliegie, ora basta entrare nel supermercato più vicino a casa per trovarne un bancale intero. Consumando però questi prodotti fuori stagione, non pensiamo alle conseguenze dannose che hanno non solo sull’ambiente ma anche sulla salute. Ad esempio le ciliegie che possiamo trovare sulle nostre tavole anche nei mesi più freddi, provengono dal Cile, percorrendo più di dodicimila chilometri. È una distanza che assicura a queste piccole palline di un rosso vivo e dal sapore unico, il primato di prodotto agricolo più inquinante sul mercato italiano (Coldiretti 2014). Per il suo trasporto vengono infatti utilizzati sette chili di petrolio, andando ad incidere notevolmente sull’ambiente con 21,6 chili di anidride carbonica. Ma le ciliegie non sono le sole a contribuire all’effetto serra: anche i mirtilli argentini, le noci californiane e gli asparagi peruviani, si trovano nella “top ten” dei prodotti più inquinanti secondo la classifica stilata da Coldiretti nel 2014.

Ma se vi sono delle ripercussioni sull’ambiente, anche il gusto non si può dire invariato. La differenza in sapore, colore e croccantezza tra cibi di stagione e non è infatti abissale. I prodotti importati da luoghi come Brasile o Messico devono essere necessariamente raccolti prima che maturino completamente, onde evitare che durante il viaggio si deteriorino. Inoltre, proprio per questo, vengono anche trattati con particolari sostanze chimiche, nocive per la salute dell’uomo. A sostenere la differenza tra i due tipi di prodotti è anche Enrico Crippa, chef di uno dei pochi ristoranti italiani insigniti delle tre stelle Michelin. Nelle cucine del locale fiorentino Piazza Duomo di Alba, lo chef impiega nella produzione dei suoi piatti solo frutti e ortaggi provenienti da un orto poco distante, assicurando un sapore squisito, degno di approvazione da parte dei critici più spietati.

Consumando frutta e ortaggi di altri continenti si ingeriscono grandi quantità di pesticidi, e si va ad alterare un bisogno biologico del corpo di co-evoluzione con l’ambiente in atto da millenni. Verza stufata e zuppa di cavolo nero sono infatti piatti tipici invernali, dei quali il nostro organismo non ha bisogno nel periodo estivo. Per rimediare a questa situazione nel 2012 Marco Porcaro ha fondato Cortilia. L’azienda milanese propone ai propri clienti (che possono iscriversi con un semplice clic sul web) cassette a domicilio, contenenti i prodotti agricoli di stagione di aziende con campi in un raggio tra i quaranta e i cinquanta chilometri. Ma se è vero che bisogna consumare prodotti di stagione, e anche vero che bisogna sapere quali siano. Cortilia si preoccupa non solo di distribuire gli ortaggi ma anche di educare i propri clienti, mettendoli a conoscenza di verdure come il tarassaco o l’erba di frate.

È quindi opportuno consumare prodotti stagionali, non solo per ridurre l’inquinamento ma anche per diminuire le conseguenze dannose per la nostra salute. Possiamo quindi giungere alla conclusione “mangia bene, vivi meglio”.

Articolo scritto da Natalia Boscolo

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