Un mondo oltre Parigi

TR07_gennaio_1L’attacco del 13 di novembre a Parigi ha causato 130 morti e diverse centinaia di feriti. Si tratta del numero più alto di morti avvenute in un solo giorno registrato dalla seconda guerra mondiale; tuttavia questi sono dati ben conosciuti dei quali si è a lungo parlato e l’argomento è tutt’ora sovente ripreso.

Una notizia che forse sfugge ai più è che l’attacco a Parigi non è certamente il solo attacco terroristico del 2015, né tantomeno il più devastante. Per esempio, la strage di Garissa risale allo scorso aprile, ma divenne oggetto di interesse per i mass media solo pochi giorni dopo gli attacchi a Parigi.

Nella triste classifica degli attacchi con il maggior numero di morti, Parigi occupa il settimo posto, al primo si trova l’attentato a Baga, in Nigeria, risalente al 7 gennaio 2015 che registrò oltre 2000 morti. Dietro la strage di Baga vi era l’Istituzione Occidentale Proibita, meglio conosciuta come Boko Haram, la stessa che colpì la Nigeria con un altro attentato il 20 settembre successivo. Questa volta la città vittima dell’attentato terroristico fu Maiduguri e, sebbene il bilancio dei morti risultò nettamente inferiore (145), poca attenzione fu prestata al paese, nonostante la sua situazione fosse chiaramente disagiata.

Le ragioni per cui gli attentati di Parigi hanno suscitato tanto scalpore sono probabilmente legate alla distinzione  tra primo, secondo, terzo e quarto mondo, distinzione che ci porta ad isolarci nel rifugio apparentemente sicuro della nostra agiatezza. Conosciamo le realtà precarie del medio oriente e di molti paesi africani la cui identità è ancora in discussione e dove la guerra si protrae da anni. L’Europa si era sempre limitata ad osservare queste realtà da lontano, con interventi mirati sporadici; con l’attacco a Parigi, si è vista direttamente colpita. È probabilmente questo evento che ci ha fatto comprendere, come mai prima d’ora, che siamo tutti uguali, che tutti veniamo feriti allo stesso modo e che la sofferenza e la paura non conoscono confini geografici.

Non credo sia un caso che, dopo l’attacco a Parigi, siano venuti alla ribalta dei media, uno dopo l’altro, tutti gli altri attentati terroristici che avevano colpito i vari angoli della Terra e che fino a quel momento erano rimasti in secondo piano. Questa mancanza da parte dei mass media suscita in me una forte delusione, tuttavia, ora che le notizie hanno avuto la possibilità di diffondersi, non posso fare a meno di constatare come l’attentato a Parigi, così vicino a noi, abbia fatto aprire gli occhi anche a coloro che si fingevano ciechi quando tutto ciò non li riguardava direttamente.

Articolo scritto da Eleonora Verucchi

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