Il mondo (e l’ironia) dei social contro l’Isis

TR06_gennaio_1L’ennesima feroce chiamata alle armi. L’ennesimo discorso che maschera con l’Islam la sete di potere di uomini spietati. L’ennesimo messaggio di odio. L’ennesima pubblicazione su Twitter legata allo Stato islamico. 24 minuti che incitano a unirsi alla lotta armata per la supremazia di quella che erroneamente definiscono religione islamica.

Non è una novità quella di affidare a un social network i propri ideali perversi. Sono cambiate tante cose però dagli ultimi messaggi pubblicati. In mezzo ci sono stati paura, rabbia, odio. Ci sono stati sogni infranti, ideali calpestati e speranza fatta a pezzi. Ci sono stati insensati attentati e spietate uccisioni per inutili scopi. Stavolta non è nemmeno servita Anonymous per ridicolizzare l’appello dell’Is. “Domenica c’è Star Wars, magari dopo” risponde sul noto social un ragazzo. Tante le persone impossibilitate ad arruolarsi perché impegnate a guardare Netflix. “Scusa Is, questo musulmano si è appena svegliato e ha bisogno di un caffè e di un weekend di Natale a fianco alla sua famiglia”. E tra un’accusa e l’altra rivolta ai principi professati dai terroristi viene sottolineata la difficoltà di raggiungere la Siria e l’Iraq “con questi trasporti ferroviari”. E poi il football è fondamentale, non c’è guerra che tenga.

Tweet spiritosi ma taglienti che testimoniano il cambiamento avvenuto. Dopo l’attentato di Parigi il mondo si è svegliato, si è reso conto del pericolo comune, ha colorato i suoi monumenti più rappresentativi con il simbolico tricolore francese. I governi hanno espresso il loro dolore, si sono mobilitati per combattere questo cancro che minaccia la terza guerra mondiale.

Anche le genti di tutto il mondo si sono svegliate. E hanno deciso di reagire, neutralizzando l’Isis attraverso messaggi tanto ironici quanto significativi. Non ci accontentiamo più di guardare i notiziari con volti preoccupati ma sicuri che nulla di tutto ciò ci riguarda. Le persone si stanno rendendo conto del pericolo e allo stesso tempo della differenza tra Isis e Islam, accumunati solo dalla lettera iniziale. Della differenza tra un kalashnikov e un dibattito interreligioso pacifico. Della differenza tra portare il velo per fede e essere costrette a indossare sempre il burqa.

Testimonianza di una rete di sostegno che si sta formando per tutti i musulmani, prime vittime di questo terrorismo senza religione né giustificazione. Come dimostra il gesto di uno sconosciuto che ha pagato la cena di una famiglia musulmana all’insaputa della stessa. L’unica traccia del suo gesto nello scontrino: “Pagato. Buon Natale. Bellissima famiglia.”

Articolo scritto da Eleonora Bordignon

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