Nevergiveup

TR13_FEBBRAIO_3Desideriamo costantemente ciò che non abbiamo. Sentiamo come mancanza ogni bene materiale di cui non abbiamo immediata disponibilità. Sarà la società in cui viviamo che condiziona inevitabilmente il nostro essere, eppure, ancora, da qualche parte del mondo, c’è qualcuno che riesce a ripiegare la propria voglia di colmare una mancanza ripiegandosi sulla propria interiorità piuttosto che cercare questa nella futilità della materialità.

Un pallone tagliato a metà al posto delle gambe. Quasi inimmaginabile. Non esistono giri di parole che possano raccontare la profondità di questa storia. Una bambina senza gambe e un pallone che le permise di darsi la spinta per poter camminare liberamente ed essere indipendente. Dove trovasse la forza per darsi la spinta, è sicuramente ciò che di questa storia commuove di più. Si chiama Qian Hongyan, originaria dello Yunnan, in Cina, ed è soprannominata “Basketball Girl”, ossia “ragazza palla da basket”. Il sorriso di una bambina normale, la storia di una piccola eroina, una vita che ha tanto da insegnare al mondo intero. A soli quattro anni perse entrambe le gambe in un tragico incidente e l’unica attenuante, l’unica protesi che la famiglia poteva permettersi fu, per l’appunto, un pallone da basket. Se un bambino, oggi, leggesse questa storia, probabilmente stenterebbe a credici. Coraggio, autodeterminazione, volontà. Parole, purtroppo, ormai poco frequenti; parole che ogni giorno dovrebbero essere insegnate tra i banchi di scuola, parole che ogni giorno dovrebbero essere praticate da tutti noi, che di forza fisica ne abbiamo a volontà.

Ma quella di Qian è sicuramente una forza più morale che fisica. E’ la voglia di riscatto. La voglia di riprendere in mano la propria vita, la propria giovinezza e andare lontano. Così Qian, a causa dalle difficoltà economiche della famiglia, pur di costruirsi un futuro, decise di puntare sullo sport. Fu incoraggiata a cominciare a nuotare e a iscriversi ad una squadra locale per persone diversamente abili.

“Sembrava non ci fosse modo di galleggiare. Soffocavo sempre”.

-Non mollare, non adesso, a un passo dal raggiungimento del tuo grande sogno. Resisti, non mollare- le avremmo sicuramente voluto dire.

Tuttavia, la sua tenacia le ha permesso non solo di rimanere a galla, ma anche di conquistare importanti riconoscimenti e premi. Per ultimo, a settembre del 2014, durante i Yunnan Provincial Paralympic Games, Qian ha vinto la finale dei 100 metri a rana e la sua incredibile storia è tornata sotto i riflettori.

Sarà che ormai, disabituati ad ascoltare storie di tale spessore morale, ci riveliamo quasi indifferenti di fronte ad esse. Eppure la forza di una bambina che riesce ad affrontare nel modo più umile possibile un dramma che le portò via una parte di corpo, non può non stupire, commuovere e far riflettere. Il messaggio che si legge nei suoi occhi è grande, davvero. Non arrendetevi, non arrendiamoci. Anche quando pensiamo che sia tutto finito. La forza del mondo e dell’umanità, ricordiamo, sta nel modo in cui ciascuno di noi, come Qian, riesce ad affrontare la vita, nonostante le difficoltà, e fare di questa il grande capolavoro che ci è stato donato.

Ciò che permette di andare avanti, di superare noi stessi e raggiungere i nostri obiettivi è la forza morale, che scopriamo o costruiamo, che a volte la vita stessa ci infonde brutalmente, quella voglia interiore di prendere o riprendere ciò che crediamo di essere. Impariamo, dunque, a credere e a non arrenderci alle prime difficoltà, perché, in fondo, non esiste nulla di irrisolvibile o insuperabile. E solo quando avremo smesso di piangerci addosso e imparato a fare della vita che ci è stata donata un capolavoro, solo allora potremo essere in grado di reggere moralmente il mondo e fare di questo la casa che vogliamo abitare.

Quando cadi e ti rialzi com’è?

Quando piangi e ti domandi

il perché,

Quando crollano i tuoi sogni campione,

Vai cercando un po’

di forza nel cuore

Articolo scritto da Riccardo Mazza

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