Ritorno al futuro: Fast Love

TR12_Gennaio_2Diario di bordo, anno 2050.

Entriamo incuriositi in un normale discount, nulla di strano a parte qualche carrello fluttuante e il nuovo sistema di pagamento senza commesse annoiate. Girando per i corridoi la gente sembra piuttosto silenziosa- solita aria da supermercato, in effetti- forse neanche stupita alla vista di insoliti articoli futuristici. Ah già, a viaggiare siamo noi. Dunque, dicevamo di una folla silenziosa e poco avvezza allo stupore, neanche di fronte ad uno spettacolo raccapricciante! Uomini e donne, ragazzi e ragazze confezionati e pronti ad essere acquistati a prezzi stracciati, dal più al meno affascinante. Incubo o realtà?

Torniamo presente, leviamoci le maschere da Marty McFly e riflettiamo un attimo: guardandoci attorno, non è difficile vedere amorevoli coppiette, munite premurosamente di smartphone, ma romantiche alla vista, a ricordarci che siamo umani. Sembra ovvio allora che l’incubo sia rimasto tale, o forse non del tutto?

A sentire la parola “Tinder” un anziano risponderebbe: “Tenda?”. Pare anche giusto che sia così, ma proviamo a porre una simile domanda ad un adulto medio, o ad un ragazzino. La sua risposta sarà che Tinder è il miglior sito di incontri al mondo, la nuova frontiera per tutti gli aspiranti Don Giovanni del mondo (donne incluse) in cerca dell’anima gemella, tutto in modo facile e veloce, come piace agli estimatori del “Fast is better”. Eppure non tutto è oro ciò che luccica e, sotto le sfolgoranti promesse degli analisti sfegatati, si nascondono insidie belle e buone.

Siamo sicuri che affidarsi ad un sito di incontri sia la maniera migliore per agitare la nostra piatta vita? Polemica simile si era già manifestata ai tempi di Facebook e alla nascita dei Social Network e siti più bizzarri. Oggi il fenomeno sembra però decisamente più accentuato (non ancora in Italia, ma presto) e migliaia di psicologi, analisti, ma anche gente comune, hanno già sferrato un deciso attacco mediatico, al fine di sconsigliare il “supermarket dell’amore”. Come? Partiamo da un algoritmo, una “semplice” funzione matematica la quale abbina gli utenti di Tinder ad una lista di partner “ideali”, scelti in base alla loro foto profilo e agli apprezzamenti del popolo del web. Un’altra sorta di discriminazione fisica? Forse sì, almeno per i delusi utenti che dopo ore di ricerca non sono riusciti a trovare un compagno degno delle loro aspettative. Ah, sembrano quasi recenti i tempi in cui Cartesio sognava che un giorno la matematica avrebbe potuto risolvere i dilemmi della vita; forse però non sarebbe stato del tutto contento di questo “algoritmo dell’amore”. Per di più secondo le statistiche la quasi totalità delle relazioni avviate su Tinder non arriva mai a lieto fine: missione fallita, caro Cartesio. La nostra è una cultura a tempo determinato, e i vecchi tempi delle serenate e gli inviti a ballare sembrano scomparire sempre più.

Andiamo al succo del discorso: Tinder è giusto o no? Probabilmente non esiste una risposta unitaria, ma sembra innegabile che l’avvento di un simile fenomeno peggiori la situazione di perdita dei valori che stiamo vivendo. A tal proposito lo stesso Papa Francesco si è più volte espresso in merito alla questione della convivenza con la tecnologia; la soluzione sembra essere quella di non poter affidare la nostra umanità e i nostri sentimenti ad una semplice applicazione, poiché l’Amore è ciò che contraddistingue l’uomo dalle macchine.

Magari col passare degli anni la direzione da seguire diventerà quella, ma noi inguaribili romanticoni preferiamo vivere il presente; perché no, il Fast Love proprio non ci interessa.

Articolo scritto da Mauro Porto

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