Una piccola grande isola che non c’e’

TR03_dicembre_1“Io sono colei che mi si vede”. Scriveva così Pirandello in una delle sue opere più famose “Così e (se vi pare).” Aveva ragione? Il termine persona è senza dubbio tra i più pronunciati… ma sono in pochi a conoscere il suo significato più profondo. In greco “prosopon” indica il volto dell’individuo e la “maschera” dell’attore, il personaggio da lui interpretato. Pirandello, analizzando i due termini, persona e maschera, formulò una concezione dell’individuo e della società del tutto nuova, destinata a durare nel tempo. Ogni individuo non è altro che una maschera: l’uomo, vivendo in una realtà varia, frantumata in molteplici aspetti e forme diverse, mostrerà solo alcune delle sue parti senza esprimere la sua vera essenza. Attraverso una maschera, infatti, è possibile difendere l’identità autentica dalla ferocia della realtà! Talvolta, per superare le prove a cui la vita ci sottopone, si percepisce il bisogno di “travestire” la propria anima e quindi il proprio essere, camuffandolo. In tal modo si celano le debolezze, le fragilità, le insicurezze, diventando un personaggio fittizio. Tutti siamo rinchiusi nella trappola delle convinzioni sociali che ci soffoca e spegne la nostra vitalità. La maschera spesso è anche causa di omologazione. Lampante è quella che serpeggia tra gli adolescenti: una triste monotonia di “omini sovrapponibili”. Ma queste coperture ci permettono di essere protagonisti della nostra vita? Senza dubbio per alcuni sono un’ottima occasione per mettere a nudo la propria indole, le proprie inclinazioni e i propri gusti. Per altri, però, potrebbero rivelarsi uno sterile e atroce sconvolgimento e una barriera che blocca il proprio ego! Altra agorà abitata da identità mascherate sono i social  network… Molti, nascondendosi dietro un classico e scialbo profilo, esprimono le proprie idee senza aver timore del giudizio altrui. Subito pronti a pubblicare miseri e banali post e  apatici hashtag. Ebbene, l’individuo non appare mai ciò che è realmente, ma ciò che gli altri vogliono che sia. In virtù di ciò ogni uomo è una maschera, è fatto di parti che in un continuo divenire si irrigidiscono assumendo delle forme. Ogni individuo è assillato dalla preoccupazione di apparire in ogni circostanza come la società si aspetta che sia. Ma fino a quando l’anima può reggere il gioco? Forse fino a quando la fiducia in noi stessi non ci avrà abbandonato. Ma a questo punto cos’è l’uomo? Probabilmente una macchina dotata di pensiero costretta ad eseguire i comandi delle altre macchine pensanti intorno ad essa. E quando una persona è sola, in compagnia esclusivamente della propria psuchè, chi è? Un corpo anonimo che scopre l’inesistenza del proprio essere. È in quell’istante che potrà finalmente togliersi la maschera, i costumi di scena, rilassare i muscoli, stare in silenzio  fare un urlo! In quell’istante sarà se stesso. Fuori il mondo procede in una propria direzione, mentre l’uomo è una piccola grande isola che non c’è.

Articolo scritto da Marialaura Benedetto

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