Addio a fazzoletti ed aspirina: dal contagio sociale della felicita’ non si deve guarire

TR10_gennaio_01Nella vita frenetica di tutti i giorni, a contatto con decine e decine di persone e ambienti diversi, la tradizionale influenza non è l’unica malattia che, fortunatamente,  possiamo contrarre.

La nuova patologia chiamata il contagio sociale della felicità, infatti, inizia già a contare le prime vittime e non ha niente a che fare con fazzoletti ed aspirina.

Estremamente contagiosa, può arrivare in caso di  lunghi periodi di contatto con la persona malata e tanti piccoli accorgimenti anche a tre gradi di sviluppo, ossia influenzare non solo la persona stessa ma anche amici di amici.

Se è vero che il 60% della nostra felicità è determinata dai nostri geni e dall’ambiente, è altrettanto vero che il 40% di essa dipende unicamente da noi e che quindi conviene uscire di più per cercare di contrarre il miracoloso virus.

Restare almeno venti minuti al giorno all’aria aperta, per esempio, e godere della luce del sole anche in un giorno nuvoloso è un primo passo per essere più felici.

Nell’incubazione di questa speciale influenza giocano un ruolo fondamentale anche le endorfine  che possono essere rilasciate quotidianamente nel cervello attraverso l’attività fisica e che sono in grado di migliorare l’umore della persona e perdurare nei giorni in cui non ci si allena.

Avere uno scopo nella vita, forti legami con la comunità, circondarsi di pochi e veri amici felici e  disporre di una famiglia unita ed amorevole, poi, sono altri toccasana per rendere più durevole il virus e rallentare la guarigione. Di fondamentale importanza è poter contare al ritorno dal lavoro  sulle coccole e sulle attenzioni di un animale domestico,  che alleggeriscono l’animo stanco e affaticato dopo una giornata pesante e danno la carica giusta per affrontarne al meglio una nuova.

Di grande aiuto è anche il volontariato: il semplice atto di dedicarsi agli altri, animali, persone o ambiente, fa si che il virus si rafforzi.

I problemi che la nuova societá porta ad affrontare ogni giorno, però, rendono sempre piú persone immuni dal contagio sociale. Una situazione che puó essere facilmente risolta se tutti usciamo ad aiutare chiunque non abbia il sorriso sulle labbra a contrarre il virus, in modo che per tutti non ci sia piú guarigione!

Articolo scritto da Martina Padoan

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