Camminando s’apre il cammino

TR08_gennaio_1Se gettassi la “calamita crisi” nel mondo delle immagini potrei tirare fuori il salto nel buio di un trapezista..un seme che va a deporsi nel soffice letto di terra..un ferito che si affida ormai “incosciente” alle mani di un chirurgo..una giovane mamma che entra in sala parto..un cantautore che rimane sveglio intere notti per formulare il testo di una novità canora..un calciatore che si appresta a tirare il rigore che deciderà della vittoria o sconfitta di un mondiale di calcio..un maratoneta che percorre gli ultimi metri prima del traguardo, nonostante le forze stiano ormai per cedere..un profugo che con i suoi piccoli si affida ad un gommone in balia delle onde…

Se provassi a ripescare nel mare delle esperienze vissute da  persone che ho avuto la fortuna di incontrare nel percorso della mia giovane esistenza,emergerebbero i  volti di… Gianluca,un giovane ragazzo che a conclusione del suo percorso di studi, scontrandosi col problema disoccupazione e rinunciando al fatidico sogno di un posto fisso, decide di portare avanti, con competenza ed entusiasmo, l’azienda agricola improntata con intelligenza dal nonno e portata avanti dal padre…; di Gianna, giovane mamma di due bambine che, dopo aver subito e taciuto per lungo tempo la violenza del marito, decide di porre fine alla relazione nonostante il mancato appoggio di parenti e conoscenti, per riprendersi la sua vita e la sua dignità…; di  papà Tonino, che dopo un breve periodo sereno di paternità, si trova a fare i conti con l’inaspettata sla e non per questo rinuncia a tenere viva la sua “nuova presenza” in  famiglia e nella società.

Insomma, a chi mi vorrebbe far credere o convincere che crisi significa pantano, spegnimento, buio pesto, asfissia, morte..a chi legge la mia realtà giovanile proiettata nel futuro, con occhi carichi di pessimismo che non lascia scampo; a chi mi tira freneticamente il lembo della giacca per farmi desistere dall’entrare in pista per ballare la mia musica così come ne sono capace, perché ritenuto altamente rischioso; a tutti quegli  adulti che proiettano esclusivamente uno sguardo economico per misurare la riuscita della vita dalla quantità di beni posseduti, da un lavoro prestigioso e remunerativo, da un livello di successo elevato.. farei giungere la voce del sommo e divino Poeta che declama i primi versi della sua Opera: “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura  che la diritta via era smarrita..”

Queste sue parole mi permettono di ribadire che crisi è “starci dentro”, spinta al cammino, possibilità di farcela mettendosi in gioco a 360°. D’altro canto è dai bagliori che si può arrivare a una luce piena; dai gemiti di neonato che ha inizio il percorso  verso una vita adulta piena, felice, realizzata. La mia non è magia, nè superficialità che viaggia su un falso ottimismo ma un invito a tutti i giovani come me a voler accogliere le sfide che la vita ci presenta, provando a mettere a frutto tutte le nostra capacità e possibilità sperimentandosi con fatica e sacrificio quotidiani nel sognare, pensare, studiare, progettare, rischiare.

Nessuno può rubarci “la voglia di vivere”, anzi oserei dire “la forza della vita” che pullula, scalcia, urla in noi e chiede solo di “ farsi dono” in scelte di bellezza, di bene, di verità.

Ai signori adulti chiedo di non  lasciarsi irretire dal facile rischio del giovanilismo; di rendersi presenti come compagni di viaggio, lasciandoci la possibilità di sentirci protagonisti anche a costo, se necessario, di sbucciarci  ginocchia e gomiti; di pensare e realizzare politiche giovanili adeguate e interventi educativi che siano in grado di limitare i fenomeni di disorientamento del mondo giovanile e che ci mettano in grado di assumerci con maggiore agio il nostro ruolo sociale nella società del futuro.. perché  tutta la vita è crisi, è crescita, è superamento continuo di qualcosa che muore per lasciarne nascere una nuova. E allora “ coraggio” direbbe  Cesare Cremonini, “lasciare tutto indietro e andare, partire per ricominciare..” perché una crisi non è per sempre.

Articolo scritto da Federica Bene

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