Eppur si muove

TR10_gennaio_02Galileo Galilei non ha inventato il telescopio.

Il telescopio esisteva già da prima. creato e diffuso in Olanda, era usato per lo più per scopi militaristici: per riuscire a scrutare l’avversario in modo ravvicinato. Questo utile strumento militare, giunto nelle mani di Galilei, si trasforma. Con il telescopio Galilei intuisce che, come in Olanda gli avversari apparivano più vicini, cielo stelle luna satelliti potevano essere osservati secondo una nuova prospettiva.

I crateri scoperti sulla superficie lunare diedero solo il primo risultato. Ma, osservando attentamente, notte dopo notte, il cielo, Galilei si accorse che Giove non presentava lo stesso numero di satelliti. Questi infatti variavano in numero: se la terra fosse stata ferma, immobile al centro dell’universo, questo non sarebbe stato possibile.

Galilei giunse quindi alla conclusione, a cui d’altra parte anche Copernico era giunto, che la terra in realtà non fosse posta al centro dell’universo, ma che tutti i pianeti ruotassero attorno al sole.

Dal Sidereus Nuncius, al Saggiatore, al Dialogo sopra i due massimi sistemi, Galilei si preoccupò di diffondere il più possibile le sue scoperte, tanto che il suo ultimo testo fu scritto e pubblicato in volgare. In questi furono diffuse scoperte e teorie scientifiche dello scienziato. Il metodo scientifico sperimentale, basato sulle sensate esperienze e sulle certe dimostrazioni: osservazione attraverso i sensi e sintesi matematica.

Inutile dire quanto scalpore e sgomento i testi suscitarono tra gli animi di scienziati, letterati ed ecclesiastici. Questi ultimi furono particolarmente contrariati da tali scoperte.

La Chiesa aveva sempre appoggiato e sostenuto la teoria aristotelico-tolemaica, meglio conosciuta come teoria geocentrica. D’altronde così dicevano le Sacre Scritture: “Fermati, sole, su Gabaon” (Gs, 10:12). Avesse avuto Galileo un amico filologo avrebbe almeno insinuato il dubbio che quel verbo “Fermati” potesse essere tradotto con “Copriti” (Interpretazione avanzata dal francescano Ignazio Marino Ceccherelli). Almeno il dubbio. Forse era proprio come diceva Galileo “l’intenzione  dello Spirito Santo essere come si vadia al cielo e non come vadia il cielo” (Lettera a Cristina di Lorena). Dunque, allora, il sole si muoveva. E chiunque lo avesse contraddetto era ritenuto eretico, punito dalla Santa Inquisizione. Grazie ad un particolare rapporto di amicizia con papa Urbano VIII, Galilei riuscì per anni a eludere l’organo repressivo: solo un’ammonizione nel 1616.

In questa e in altre occasioni (Lettere Copernicane), Galilei cercò di trovare un compromesso tra Chiesa e Scienza, ma la sua teoria non riuscì tuttavia a convincere la Chiesa, né e parte degli intellettuali del suo tempo.

Galilei affermava che nel Testo Sacro vi fosse solo una semplificazione delle verità scientifiche: il vero obbiettivo della Bibbia era quello di educare moralmente i fedeli, non fornire elementi di scienza astronomica. Questa spiegazione, che assunse anche un tratto filosofico, non risultò sufficiente a sorvolare sulla rigida interpretazione del testo sacro rispetto al movimento della terra e la Chiesa “invitò” Galilei a ritrattare.

Successivamente Galilei fu costretto ad abiurare e si ritirò ad Arcetri, dove morì.

Riguardo all’abiura di Galilei anche Brecht (Vita di Galileo), nel Novecento, offre un contributo alla riflessione: atto di furbizia, in quanto poi gli fu possibile continuare la sua ricerca e diffonderla tramite la più liberale Olanda, oppure gesto arrendevole di fronte al potere della Chiesa, a scapito del suo progetto scientifico e politico?

Tutti però si trovano concordi nell’affermare che Galilei non solo abbia rivoluzionato il mondo scientifico ma anche la concezione del mondo del suo tempo. Sconvolse completamente la visione della realtà, la capovolse con determinazione.

In realtà il telescopio non è semplicemente la storia di un’invenzione, ma la storia dei problemi sociali e religiosi che attraverso esso vennero posti. E così sarà ogni qualvolta qualche nuova scoperta o invenzione cambierà, o tenterà di farlo, l’ordine delle cose. Anche al giorno d’oggi la reazione sarebbe più o meno simile, si scatenerebbe sicuramente il panico, l’incredulità, la non accettazione. Tutte le nostre certezze cadrebbero in seguito a una semplice affermazione, così come accadde in quel tempo. L’uomo si vide spodestato dalla sua posizione di centralità, e fu difficile da accettare, pensare che la terra e l’uomo stesso non fossero il centro dell’universo. Del resto la storia insegna, basti pensare a Darwin, quando, inserendo l’uomo nel regno animale, ne minò la sua discendenza divina. Ancora oggi qualcuno non l’ha accettato.

Articolo scritto da Marta Vianelli

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