Donne non si nasce lo si diventa

TR10_marzo_02“….C’è un principio buono che ha creato l’ordine,la luce e l’uomo,e un principio cattivo che ha creato il caos,le tenebre,la donna….”( Pitagora ) . Questo si legge nelle prime pagine di uno dei testi più lucidi e profondi che abbia mai trattato il difficile rapporto tra uomo e donna intitolato : “Il secondo sesso” di Simone de Beauvoir, edito nel 1949 . Il libro arriva subito dopo la fine della seconda guerra mondiale e in esso questa straordinaria scrittrice pone l’accento sulla questione della distinzione tra i sessi per cercare di individuarne le origini, quindi maggiore attenzione sui problemi biologici e psicologici di discriminazione sessista. Il libro si divide in quattro parti: nella prima si analizza l’essere donna dal punto di vista della biologia, la scienza ci rivela sicuramente una realtà materiale della donna ma non ci dice cosa deve essere, né che cosa può essere una donna, mentre gli uomini hanno cercato proprio nella biologia una giustificazione. La seconda parte analizza l’essere donna dal punto di vista della storia dove è stata più una “presenza assenza” che una presenza reale, o meglio ancora una presenza reale assente alla storia, che è stata scritta e fatta dagli uomini, dal sesso maschile, questo perché la donna è sempre stata ciò che l’uomo ha voluto che fosse. Nella terza parte viene presa in considerazione l’immagine della donna dai miti più antichi fino alla immagine creata dalla letteratura. Infine la quarta parte è un ‘indagine psicologica intorno al vissuto femminile, in forma evolutiva dove vengono indagate le varie età della vita, dall’infanzia alla vecchiaia. Conoscere se stessa può essere un percorso difficile soprattutto quando le identità che la cultura ufficiale propone sono identità alienanti, che mortificano. Queste affermazioni risultano estremamente attuali poiché è evidente la differenza sociale tra i sessi. Come sostiene la de Beauvoir,la donna deve rifiutare di essere l’Altro dell’identità maschile, cosciente del fatto che dovrà pagare un prezzo per questa scelta. ”Alla donna spetta decidere che cos’è la donna.”  È un’opera che con un respiro universale attingendo a fonti letterarie, storiche, antropologiche e filosofiche approfondisce una particolarità: l’unicità e la differenza della condizione femminile, della femminilità, dell’essere donna. Simone de Beauvoir  lavora alla stesura del libro tra l’ottobre 1946 e il giugno 1949: una mole immensa di lavoro, di ricerca, un dialogo, uno scontro, un incontro con la storia femminile. Il libro uscito a Parigi fu uno scandalo, reazioni violente sia da destra che da sinistra, sul piano privato. Lettere anonime, insulti in pubblico, aggressioni quasi fisiche, un editto vaticano, nel 1956, mette il Secondo Sesso sull’indice dei libri proibiti. Moltissime donne, invece, si rivolgono a lei, scrivono chiedendo consiglio, si riconoscono e la ringraziano. Il Secondo Sesso e l’esperienza autobiografica della sua autrice va ben oltre la produzione del testo. Una volta pubblicato, il libro ha fortemente influenzato la vita di Simone de Beauvoir. Osteggiata, dopo la pubblicazione dalle forze politiche, l’autrice è stata coinvolta a partire dagli anni Settanta dal nascente movimento neofemminista, svolgendo un ruolo di primo piano in importanti battaglie femministe e civili. Il  Secondo Sesso è oggi un libro importante per le donne come per gli uomini, entrambi chiamati in causa dalla lotta per il riconoscimento. La svolta deve essere collettiva: ogni tentativo individuale di liberazione condanna ancora a profonde lacerazioni e dolorosi scompensi: è questa la ragione per cui, per quanto datato nella descrizione di molte situazioni particolari, questo testo è ben lungi dal mantenere un valore puramente storico. Al contrario, esercita una potente funzione di stimolo per la chiarificazione delle tormentate risonanze che la millenaria vicenda di alterità conserva ancora nelle possibilità di scelta esistenziale delle donne, oggi sospese tra passato ed avvenire.

Articolo scritto da Marta Vianelli

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