Fede e scienza: due realtà compatibili?

TR04_febbraio_311 febbraio 2016. A Washington presso il National Press Club arriva un annuncio epocale: la scoperta delle onde gravitazionali. Il 14 settembre 2015 infatti i due strumenti dell’esperimento Ligo hanno captato delle onde gravitazionali createsi dalla fusione di due buchi neri. Tale scoperta è fondamentale per lo studio dell’astrofisica e ne apre un nuovo capitolo; inoltre essa conferma la famosa teoria della relatività, proposta da Albert Einstein appena 100 anni prima, nel 1915, secondo cui esistono curvature nello spazio-tempo.

La grandiosa scoperta è il frutto dello sviluppo tecnologico e conoscitivo dell’uomo, ma richiama prepotentemente la domanda se sia ancora possibile professare un credo religioso nonostante il continuo sviluppo della scienza.

Fin dall’antichità l’uomo, essendo per sua indole un essere molto curioso e attento a ciò che lo circonda, ha cercato di spiegare i fenomeni naturali configurandoli a delle divinità. Da qui cominciarono a nascere i primi culti animisti, presenti tutt’oggi in alcune parti dell’Africa, e le prime forme di religione politeista. Ciò portò alla conseguente costruzione di grandiosi templi, come in Grecia, o di monumentali tombe, come le piramidi in Egitto; un altro elemento per cui nacquero le religioni fu anche per esorcizzare la morte dal momento che, come ai giorni nostri d’altronde, non si sa se vi sia qualcosa dopo o no.

Una prima svolta nel pensiero occidentale fu portata proprio dai Greci, nella loro patria fu creata infatti la filosofia, con cui si cercava di spiegare le origini della natura tramite il puro ragionamento. Eppure tra il I e il III secolo d.C. si andava formando nell’impero romano una nuova religione monoteista, il Cristianesimo. Esso però non scomparve con la filosofia, anzi si fuse ad essa tramite l’opera di due grandi filosofi e dottori della Chiesa, San Tommaso d’Aquino e Sant’Agostino. In Oriente nel frattempo si creava anche lì una nuova religione, l’Islam, che però a differenza del Cristianesimo non incontrò mai avversioni ideologiche dal momento che fin da subito assoggettò ideologicamente la popolazione.

Eppure il cristianesimo ha combattuto contro le scoperte scientifiche per vario tempo, si pensi ad esempio al caso di Galileo Galilei, che è stato discolpato solo recentemente. Ma nel corso dei secoli, specialmente ad opera di Rinascimento, Illuminismo  e varie correnti di pensiero novecentesche, anche la religione cristiana ha subito notevoli attacchi e tentativi di soppressione, ma nonostante ciò non è scomparsa. Per molto tempo sembra quindi che scienza e fede abbiano combattuto una guerra. Questo è un dato molto significativo ma non spiega ancora come sia possibile conciliare scienza e fede e nemmeno come mai vi siano scienziati cristiani o cristiani che credono nell’evoluzionismo.

Una risposta chiara a tale domanda è contenuta nell’enciclica “Fides et Ratio”, pubblicata il 14 settembre 1998, di una delle più grandi personalità del XX secolo, papa Giovanni Paolo II. Il pontefice afferma infatti che “La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità.” ciò significa che scienza e fede non si escludono, ma si completano a vicenda. La prima spiega il “come” avvengano i fenomeni fisici, la seconda invece spiega il “perché”, questa è la loro complementarietà. La scienza spiega i vari fenomeni ma li affida al caso, non esiste dunque per essa un motivo ben preciso della loro esistenza e lì subentra la fede.

Secondo il pontefice dunque non si può fare un affidamento esclusivo ad una di esse, ma ad entrambe in giusta misura. Dunque se fede e scienza smettessero di combattere, processo già avviato e sostenuto dall’attuale pontefice Francesco,e iniziassero a collaborare per il bene collettivo allora forse si potrebbe raggiungere davvero la verità tanto agognata, non separatamente, ma insieme.

Articolo scritto da Marco Calì

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