La grande… vergogna

All’indomani dell’entrata in vigoreTR03_febbraio_3 dell’accordo nucleare, che di fatto segna il rientro di Teheran nel consenso della Comunità internazionale, il presidente iraniano Hassan Rouhani sbarca a Roma ponendo fine a ben 17 lunghi anni di lontananza dal territorio europeo. Arrivato in Italia il 25 gennaio 2016 con il  suo aereo Meraj (ascesa al cielo) con a bordo il capo della Banca Centrale iraniano, un centinaio di uomini d’affari e mezza dozzina di ministri (da quello degli esteri a quello dell’agricoltura), Hassan Rouhani ha partecipato al BusinessForum Italia-Iran organizzato in collaborazione con Ice e Confindustria e ha incontrato il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella al Quirinale, Papa Francesco in Vaticano e il presidente del consiglio Matteo Renzi in Campidoglio. “Sono felice che il presidente Rouhani abbia scelto d’iniziare dall’Italia la missione che riporta in Europa dopo molti anni l’Iran. L’amicizia storica che lega i nostri popoli è un segno del nostro passato ma anche del nostro futuro”, esordisce così Renzi in conferenza stampa mentre  Rouhani, all’ombra del monumento equestre di Marco Aurelio, gli fa eco :“E’ un momento storico!”. E ahimè noi, popolo italiano, non possiamo dargli torto in quanto la sua visita ha storicamente sottolineato la decadenza culturale, intellettuale e morale in cui è sprofondata l’Italia del  XXI secolo. La vera notizia infatti non l’hanno fatta i memorandum d’intesa e i contratti miliardari firmati tra Italia e Iran ma piuttosto la decisione delle autorità italiane di coprire i nudi conservati nei Musei Capitolini per non “urtare la sensibilità religiosa” dell’ospite internazionale. E infatti, con imbarazzanti pannelli bianchi, sono stati coperti nudi scultorei, la Venere Esquilina, Dioniso degli Horti Lamiani e l’ingresso della sala Pietro da Cortona. Una premura che si è presa Roma senza l’arrivo di nessuna richiesta diretta da Theran. Anzi pare che il cerimoniale di stato iraniano non ne sapesse nulla. Ma dietro questo “eccesso di zelo” si nasconde la volontà del governo di porre migliori condizioni per far firmare al contingente iraniano accordi economici, con le imprese italiane ,per un valore di 17 miliardi di euro. Ma vestito di quale coraggio, quale dignità o quale orgoglio un paese può, per interessi puramente economici, fare un tale sfregio alla bellezza della sua arte, simbolo della sua identità nazionale, della sublimità della sua cultura e della grandiosità del suo passato? Un passato che Renzi stesso ha ipocritamente ricordato all’inizio del suo discorso. Senza dimenticare che, rinnegando la nostra storia, hanno voluto omaggiare un presidente che mantiene in vigore, nel proprio paese, la pena di morte. A questo punto una domanda sorge spontanea: se il nostro presidente accettasse l’invito di Rouhani e si recasse a Theran, in segno di rispetto per i nostri valori e per il nostro amore verso la libertà consentirebbero alle donne di non coprirsi e agli uomini di bere alcolici?

In seguito a questa vicenda è nata un’asprissima polemica che ha coinvolto l’intero paese, profondamente indignato e offeso da un governo dal quale si sente sempre meno rappresentato, e che presto si è diffusa in tutto il mondo suscitando le facili ironie dei media internazionali. Il quotidiano britannico “il Guardian” lancia il titolo“ Roma copre le statue di nudi per evitare al presidente iraniano di arrossire”, mentre “Le figarò” ironicamente ricorda a Renzi il detto “ A Roma fai come i romani”. Inoltre la Bbc News fa trapelare che l’Italia ha scelto di non servire il vino nei pranzi ufficiali cosa che invece la Francia, in vista della visita dello stesso Rouhani, si è rifiutata di fare decidendo di annullare la cena e servire una semplice merenda a base di croissant, the e succo di frutta. Per tutta risposta tra la sovraintendenza capitolina e palazzo Chigi è nato il gioco dello scaricabarile con il quale nessuno vuole prendersi le sue responsabilità. Insomma, Italia Mia , io ti chiedo perdono.

Articolo scritto da Luana Foti

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