Legge uguale per tutti… ma non proprio

TR05_febbraio_3Si discute in questi giorni in televisione, in radio, sui giornali, di una legge parlamentare in attesa di approvazione. La suddetta legge, promossa dall’onorevole Monica Cirinnà, riguarda una rivoluzione storica, sociale, e ideologica.

Si respirava già da tempo aria nuova, quando il 26 Giugno 2015 la Casa Bianca si è tinta dei colori dell’arcobaleno e ha dichiarato legale il matrimonio omosessuale in tutti gli stati del continente a stelle e strisce.

Mentre il sogno americano negli USA diventa realtà, in Italia non ci rimane che insistere a sognare, mobilitarsi, per realizzare quello che più che una folle pretesa è semplicemnte la voglia di sentirsi normali.

Il bel paese: fanalino di coda anche questa volta di questa novità, che novità poi tanto non è.

I partiti si sono spaccati in due tra chi sostiene l’idea della senatrice e quella di parte del popolo che la rifiuta completamente.

Critici nei confronti delle manifestazioni pro-gay, esponenti di tanti partiti sono stati i primi a riempire il Circo Massimo nella manifestazione del family day e a scendere in piazza come “sentinelle in piedi”. Per tutelare la propria famiglia dalla minaccia omosessuale.

Proprio il sito di quest’ultima manifestazione si descrive parlando così: “Vegliamo sulla libertà d’espressione” e subito dopo “Vegliamo per la tutela della famiglia tradizionale”.

Si dichiara come un movimento non discriminatorio e desideroso solo di potersi esprimere, ma andando contro i diritti e la libertà di altre persone.

Persone come loro, anzi, con una sola differenza: l’orientamento sessuale.

Bigotti? Forse ignoranti. Con l’idea che legittimando il diritto all’amore il mondo possa cadere a pezzi in preda al malvagio potere degli omosessuali.

Ciò che non si riesce a capire è che la legge è nata dal bisogno di essere, dalla voglia di affermare ciò che si è e di poterlo comunicare al mondo.

Senza doversene vergognare. Dal sacrosanto bisogno di vivere la vita come si vuole nel rispetto della legge.

Forse proprio approvarla potrebbe essere proprio il primo passo per far passare un messaggio: “non è sbagliato” Ma la paura, il pudore, rischiano di lasciare gli sforzi e l’impegno di tante persone fini a se stessi.

Rischiano di rendere la legge Uguale per tutti… ma non proprio.

Articolo scritto da Alessia Cugnigni

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