Il coraggio di guardare il cielo

tr13_marzo_3Io penso positivo perché son vivo

E finché son vivo

Niente e nessuno al mondo

Potrà fermarmi dal ragionare

 

Vorremmo tutti cambiare il mondo, avere un potere trasformativo tale da permetterci di rendere le cose esattamente come le vogliamo. Ci aspettiamo tanto, dal mondo e da noi stessi, ma alla fine rimaniamo lì, ad osservare, impassibili, una vita che scorre incontrollata. Ci crediamo incapaci, non ne saremmo all’altezza, il mondo è troppo grande per noi, diciamo. O imputiamo, probabilmente, la colpa al tempo. Troppo veloce, fuggitivo, che fa della nostra ricerca una tensione verso qualcosa che sfugge nel momento in cui ci pare di afferrarla. E’ questione di tempo, crediamo, e il tempo ci è nemico, non ci dà la possibilità di realizzarci pienamente nel mondo e fare del mondo l’immagine dei nostri sogni. “Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto. Chi è troppo indaffarato non può svolgere bene nessuna attività, perché una mente impegnata in mille cose non può concepire nobili pensieri”, ci rimproverebbe Seneca. Ed è quello che dovremmo fare nella nostra vita: sostituire ad una concezione puramente quantitativa delle cose, una qualitativa. Dovremmo imparare ad apprezzare l’essenza, piuttosto che limitarci ad osservare la forma. Se vogliamo cambiare il mondo, studiamolo. Ma per studiare, dobbiamo prima conoscere noi stessi. “Volete cambiare il mondo? Che ne dite di cominciare da voi stessi? Che ne dite di venire trasformati per primi? Ma come si ottiene il cambiamento? Attraverso l’osservazione. Attraverso la comprensione. Senza interferenze o giudizi da parte vostra. Perché quel che si giudica non si può comprendere.”

Anthony De Mello sembra aver centrato il punto. Dovremmo fare un passo indietro, sospendere ogni giudizio sul mondo, studiare e cambiare noi stessi per poi rivedere il mondo. Studiare se stessi significa essere consapevoli delle armi e capacità che si hanno a disposizione. Questo è il punto chiave della questione: siamo portatori dell’arma più potente al mondo e non ne siamo sufficientemente consapevoli. Perché vi è qualcosa tra noi e il mondo che risulta immune dalla contaminazione e sviluppi particolari del mondo circostante e al tempo stesso vive di quest’ultimo e del confronto con quest’ultimo: il pensiero. Il pensiero che ha cambiato il mondo e continua a cambiarlo; il pensiero che è storia, progresso, futuro. Il pensiero che è prima di tutto se stesso.  Un pensiero che è addirittura in grado di ingrandire “il nostro piccolo essere che è come un granello di sabbia di fronte all’eternità”. E dunque se vogliamo studiare il mondo per cambiarlo, pensiamo, perché pensare è la nostra unica e più potente arma. Siamo come il “viandante” che, immobile e di spalle, deve adesso lasciare la romantica montagna rocciosa, sospendere la riflessione, e buttarsi sul “mare di nebbia”. Buttarsi per scendere in campo, lottare per la propria dignità, per un futuro migliore, e agire da “Libertà” che guida il popolo. Si tratta di due scene completamente diverse, rappresentate da artisti differenti, Friedrich da un lato, Delacroix dall’altro, con soggetti differenti, il pensiero da un lato e la libertà dell’altra. Una cosa li accomuna: noi siamo i protagonisti di entrambe le scene. Abbiamo il pensiero, abbiamo la libertà. Pensiamo, dunque, siamo liberi. Cogito ergo liber sum. Pensiero è libertà, libertà è potere, pensiero è potere. Non osiamo arrenderci, abbiamo la capacità e il coraggio di pensare, perché pensiero è parola, parola è azione, azione è cambiamento. Cambiamento è rivoluzione. E sogniamola questa rivoluzione, non accontentiamoci della “forma”, perché, come scrive Flaubert, “credo che se guardassimo sempre il cielo, finiremmo per avere le ali.”.

Non è necessario essere degli eroi, bisogna avere il coraggio di fare la propria parte.

 

Io penso positivo

Ma non vuol dire che non ci vedo

Io penso positivo…

In quanto credo!

 

Articolo scritto da Riccardo Mazza

Stile: 3
Originalità: 2
Messaggio positivo: 3
Cogitabilità: 2

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