Il mito di Dioniso tra antichità e modernità

TR02_febbraio_3Il Dio del delirio, delle passioni, dei vizi  e dell’estasi: così viene descritto Dionisio, figlio del divino Zeus. Questa divinità fu considerata una figura così misteriosa da far nascere, sin dalla Grecia Antica, i cosiddetti culti Dionisiaci che erano dei riti, delle cerimonie celebrate principalmente da figure femminili: le baccanti. Nei loro rituali esse si occupavano di ricordare le vicende mitologiche che riguardavano il Dio, e nel corso di tali cerimonie venivano completamente infrante le leggi della razionalità, le strutture della logica e dell’eticità della vita. Dall’antichità quindi i riti dionisiaci furono caratterizzati da questa irrazionalità e destrutturazione.

Fu quindi, nel diciannovesimo secolo, il filosofo tedesco Nietzsche, persona incline a schemi logici molto diversificati, a riprendere il tema dionisiaco dalle caratteristiche assurde ed irrazionali. Nietzsche nella sua opera “La nascita della tragedia greca” afferma che la forza di Dioniso sta nel fatto di riuscire ad annullare il principio di individuazione della persona, cioè a far uscire l’essere interiore da ogni tipologia di schema che lo rendono tale.

Nietzsche crede così  tanto nella potenza Dionisiaca da considerarla un vero modello di vita per ogni essere umano. Dioniso viene visto, dal filosofo, come la perfetta incarnazione dell’esistenzialismo nella sua forma più positiva.

Dopo sessantacinque anni dalla morte del filosofo Nietzsche, nell’era moderna appare sulla scena mondiale della nascente industria discografica degli anni ’60, il giovane James Douglas Morrison, in arte Jim Morrison. Un ragazzo qualunque, ma con un unico desiderio: seguire il dettame poetico di William Blake, il poeta inglese del 1700, che spronava a “purificare le porte della percezione per far apparire il tutto all’uomo così come realmente è, infinito”.

Jim Morrison si distingue fin da piccolo per i suoi ‘strani’ interessi, egli è appassionato di filosofia, poesia, musica, mitologia greca ed innamorato della libertà, e nel 1965 fonda in California, insieme ad altri tre amici e musicisti, una band dal nome The Doors, nome scelto da Jim rifacendosi ai versi di William Blake, ripresi in un libro di Aldous Huxley.

I Doors ruppero schemi musicali, inventarono un loro stile musicale e poetico e vennero considerati i sacerdoti dell’ignoto e dell’assurdo che si proiettavano nella realtà fisica.

La travagliata esistenza di Jim Morrison, caratterizzata da un profondo e sviluppato senso dell’esistenza, lo portò ad identificarsi nel Dio greco Dioniso. Nella sua quotidianità, nei suoi spettacoli e concerti egli cercò sempre di reincarnarsi nel Dio ottenendo tutto il suo potere ed il suo mistero Divino.

Come affermò uno dei componenti dei Doors, Ray Manzarek: ‘Non era un musicista. Non era un attore. Non era un uomo di spettacolo. Era uno sciamano. Era posseduto.’

Jim Morrison aveva bisogno di essere capito, interiorizzato per riuscire a sviluppare se stesso e per diffondere nell’umanità il suo senso di divinità.

Credeva così tanto in ciò che profetizzava da riuscire a dire ‘Io sono il Re Lucertola, posso tutto come un Dio’. Voleva chiudere il cerchio dei riti Dionisiaci dall’antichità della civiltà ellenistica sino ai nostri giorni.

Articolo scritto da Claudia Spagnulo

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