La fusione delle letterature come metafora di vita

TR02_gennaio_3La primavera è arrivata. Il sole comincia a calare, supremo re dell’Universo. L’aria si fa più fresca e gli uccellini cantano sugli alberi. Atmosfera indescrivibile. Mario ne approfitta per aprire un libro e cominciare a leggere. I libri lo aiutano a dimenticarsi per un po’ del mondo intorno a lui e della vita frenetica che conduce; lo trasportano in un mondo parallelo, un mondo in cui riaffiorano i suoi ricordi, vivi al punto da poterli toccare. Quando legge, Mario altera completamente la percezione della realtà che lo circonda. “Leggere è come viaggiare”, mi ha detto un giorno. Sì, perché si va oltre i confini del proprio paese, oltre ciò che viene insegnato nelle scuole e anche oltre gli schemi entro cui ragioniamo ogni giorno.

Gli innumerevoli sviluppi della letteratura italiana e straniera non smettono mai di sorprenderlo. Accade lo stesso per come le culture di tutto il mondo riescano talvolta ad intrecciarsi così indissolubilmente da raggiungere un perfetto equilibrio. Ora sta leggendo “La letteratura americana e altri saggi” di Cesare Pavese. E’ l’atto di nascita del mito americano, destinato a diventare una forma di reazione al regime fascista e al suo sforzo di restringere tutto alle opere italiane e di condannare ogni forma di apertura alla letteratura europea e a quella americana.

Mario si chiede come sia stato possibile, gli sembra inconcepibile che gli uomini vengano privati a forza della cultura e, in questo modo, defraudati del loro stesso “essere”.

Pavese scrive che la lettura e l’incontro con molti scrittori americani intorno al 1930 “aperse il primo spiraglio di libertà, il primo sospetto che non tutto nella cultura del mondo finisse coi fasci“.

Ed è proprio questo il nucleo fondante di quel tanto discusso mito americano: in quegli anni l’America diventa il prototipo di una nazione aperta alla diffusione della cultura e, inoltre, capace di riflettere la drammatica realtà degli italiani. La lettura di alcuni articoli e saggi di Pavese spinge Mario a riflettere sul rapporto tra Italia e America nella letteratura al giorno d’oggi.

“Negli ultimi decenni nelle Università americane – mi spiega – è notevolmente cresciuto l’interesse per la cultura italiana. E questo soprattutto grazie ai finanziamenti che lo Stato italiano mette a disposizione degli Istituti italiani in America, allo scopo di realizzare programmi di studio sempre più coinvolgenti.

Sta avvenendo, dunque, un cambio di prospettiva radicale rispetto al passato. Ora le due letterature si compenetrano e si confrontano. In America gli studenti sono attratti più dalla narrativa che dalla poesia, amano più gli autori contemporanei che quelli classici. E alla crescente attenzione dei ragazzi per la letteratura contemporanea concorre anche il legame tra questa e l’illustrazione cinematografica. Personaggi, epoche storiche e correnti letterarie trasposte nel cinema: una rivoluzione in atto anche nella letteratura.

Ed è davvero importante che la cultura si sviluppi in forme sempre nuove, che venga dato il giusto valore ai libri, perché è così che possiamo migliorare il nostro io e crescere. In un mondo dominato da sempre nuovi conflitti politici, economici e religiosi, è altrettanto fondamentale che tutte le letterature si confrontino, si intreccino con l’obiettivo di costituire uno spazio di incontro e di superamento degli steccati ideologici.

Metafora ed esperienza di vita: ecco perché la letteratura è lo strumento più efficace per comprendere gli altri e riconoscere gli aspetti più profondi di se stessi.

Articolo scritto da Giulia Pellini

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