Li chiamavano ”sognatori”

TR04_dicembre_2«Il sognatore, se occorre una definizione precisa, non è un uomo, ma, sapete, una specie di essere neutro. Si stabilisce prevalentemente in un cantuccio inaccessibile, come se volesse nascondersi perfino dalla luce del giorno, e ogni volta che si addentra nel suo cantuccio, vi aderisce come una chiocciola al guscio […].»

Cosi lo scrittore russo  Fëdor Dostoevskij definisce il personaggio del romanzo “Notti Bianche”, un uomo,un sognatore che  rifiuta la realtà per immergersi in paesaggi immaginari, fatti di eroi e dame, che riempiono la sua fantasia in modo tanto penetrante da sembrare più tangibili delle strade che percorre senza sosta.

Quante volte  ci è capitato nella nostra vita di voler evadere dalla realtà  e nasconderci dentro i cassetti del nostro inconscio, li dove la dea fantasia ha già tessuto con la sua mano capricciosa la propria trama d’oro”?                                                                                                                                           

Quante volte ci sarà capitato di immaginare,di sognare  un mondo diverso senza violenze, senza ingiustizie?

E allora mi chiedo : vale ancora la pena sognare?

Quanti personaggi, figure di grandi “sognatori” hanno vissuto la propria vita immaginando  un mondo migliore , combattendo per il giusto, sacrificando la loro stessa vita. «I have a dream»: «Ho un sogno», cosi il  28 agosto del 1963, al termine di una marcia di protesta per i diritti civili,Marthin Luther King  iniziava il suo discorso davanti al Lincoln Memorial di Washington ,pronunciando quelle  parole che avrebbero toccato le corde dell’ anima di milioni di americani  e non solo : «Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla Storia come la più grande dimostrazione per la libertà nella storia del nostro Paese». Da quel momento la lotta contro il razzismo e la segregazione razziale non  fu più la stessa. Trovò una nuova forza, un nuovo ideale e soprattutto un nuovo simbolo.

Un piccolo uomo,magro , dal viso sereno e sincero,ma un grande sognatore e idealista è riuscito ad insegnare a tutti i popoli del mondo come sia possibile conquistare la libertà, i propri diritti non facendo ricorso alla forza . Mahthama  Ghandi si batté per il proprio popoloindiano,liberandolo dal gioco dell’imperialismo britannico attraverso la dottrina della non violenza,  diventando per tutti, dai poveri sino ai più ricchi, simbolo di rettitudine, di moralità.

Parlando di grandi sognatori non possiamo non annoverare  quella piccola ed esile suora , quasi un filo d’erba ricurvo negli ultimi anni della sua vita, che sfidò il mondo intero   armata solo di un piccolo libricino, il  Vangelo. Madre  Teresa di Calcutta. dedicò tutta la sua vita al servizio dei “più poveri tra i poveri” nelle strade di una megalopoli tra le più bisognose del mondo. Pose la  propria dimora nel cuore stesso dell’ infelicità della terra, diventando in poco tempo la mamma di tutti i bambini di Calcutta,dell’India e del mondo

La vita è un inno, cantalo”
La vita è una lotta, accettala
La vita è un’avventura, rischiala
La vita è felicità, meritala
“La vita è la vita, difendila

Da buon siciliano quale sono, non voglio e non posso non rivolgermi a quanti “sognatori” nella mia terra  hanno sacrificato la propria vita per un ideale di giustizia e onestà ,per contrastare  “il puzzo del compromesso morale” che intossica le vie, le strade e i paesaggi delle nostre città, convinti del fatto  che non debba essere tollerato ma sconfitto.

Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così, solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è, allora, che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare ”  (Giovanni Falcone)

Uno scrittore latinoamericano diceva che noi uomini abbiamo due occhi, uno di carne e uno di vetro. Con l’occhio di carne vediamo ciò che guardiamo. Con l’occhio di vetro vediamo ciò che sogniamo. Nell’obiettività della vita deve entrare la capacità di sognare. E un giovane che non è capace di sognare è recintato in sé stesso, è chiuso in sé stesso. Dobbiamo trovare la forza e il coraggio di sognare,dobbiamo “imparare a sognare” e come cantano i Negrita ”Adesso/ che/ ho/ imparato/ a sognare/, non /smetterò”

Articolo scritto da Giuseppe Currao

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