Noi, societa’ di massa

TR05_dicembre_3Nel 1895 Gustave Le Bon realizzò un’analisi della psicologia umana nell’opera Psicologia delle Folle in cui tratta del ruolo della coscienza personale in un contesto sociale.

Secondo Le Bon, la falla della società moderna è una sola: la società stessa.

L’uomo è scientificamente parlando un animale sociale, portato ad interagire con gli altri uomini per vivere e confrontarsi con loro.

Studi relativamente recenti hanno stabilito che già da neonati tendiamo ad imitare i gesti e le espressioni dei nostri genitori a causa dell’attivazione di un particolare tipo di neuroni chiamati  Neuroni specchio.

Grazie a loro possiamo rispondere al sorriso di nostra madre o ripetere le parole che ci vengono insegnate sin dalla più tenera età.

Il processo è banalmente definito“Imitazione” ed è strettamente ricollegato a molti aspetti della psicologia umana. I

l bambino non avendo ancora sviluppato una propria personalità  prende come modello il genitore e ne inimita espressioni, atteggiamenti e comportamenti.

Tutto ciò che proviene dal genitore è legge e oggetto di imitazione da parte del bambino, che non potendo capire se questi siano giusti o sbagliati, ne riproduce pedissequamente e passivamente i tratti, come è normale per la sua età.

Crescendo, la fiducia incondizionata nei confronti degli altri viene meno, grazie allo sviluppo di una propria coscienza e di idee personali che lo portano al confronto e alla piena consapevolezza di sé,

alla formazione dell’identità.

Nell’interpretazione di Le Bon, l’uomo inserito nel contesto sociale tornerebbe proprio allo stato infantile.

Gli uomini uniti insieme nel bisogno di un “Bene”, come nell’esempio di Le Bon una massa popolare alla ricerca di benessere economico, non rispondono più delle loro azioni, e abbandonando la ragione sono portati allo sviluppo di comportamenti totalemente istintivi mirati alla mera sopravvivenza.

Come nel rapporto padre-figlio, gli uomini diventavano subordinati ad una figura di spicco, privi di opinione e incapaci di distinguere il bene dal male.

Era facile allora per i dittatori sfruttare quel carattere irrazionale delle folle, utilizzando stimoli istintivi e proponendo obiettivi di loro interesse per ottenerne la fiducia.

Lo sviluppo della produzione in serie non fece altro che peggiorarne la situazione, omologando il popolo anche nei gusti: la moda.

Oggi è tristemente normale vedere in giro gruppi di persone vestite allo stesso modo, che hanno lo stesso modo di parlare, di ridere, di atteggiarsi.

Pronte a seguire senza esitazione il primo politico che promette l’America.

Pronte a lasciarsi trasportare dal vento e a farsi condannare tra gli ignavi danteschi.

E’ all’ordine del giorno sentire della “corsa all’ultimo modello” e di file lunghe chilometri fuori dai negozi.

E tutto per cosa? Per poter dire “ Ora ce l’ho anche io”

Siamo davvero diventati così:

Pieni di desiderio di approvazione, di necessità di appartenere al branco, di voglia di essere omologati agli altri e di non spiccare mai in un coro con una nota fuori posto.

Con la voglia di essere più forti insieme, non riusciamo più ad accontentarci di noi soli, persone vuote, incapaci di cambiare qualsiasi cosa nel mondo.

Perchè è più facile evitare la responsabilità di prendere una scelta.

E’ più facile dire sempre di sì e lasciarsi trasportare dalle idee degli altri senza mai distinguersi per un’idea originale.

E’ più facile essere uno tra tanti piuttosto essere se stessi.

Articolo scritto da Alessia Cugnigni

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