Quando l’autismo non e’ piu’ una barriera. Pier Carlo, laureato e scrittore

TR06_febbraio_2“Una lettura magnetica, una prosa poetica, un ritmo inatteso: il primo libro sull’autismo raccontato dall’interno”. Questa la frase impressa a grandi caratteri neri sulla fascetta gialla che avvolge il libro di Pier Carlo. Frase che a prima vista sembra quasi irreale, volta più ad attrarre e ad aumentare le vendite del libro piuttosto che a spiegarne il contenuto. Ma quella stessa frase viene rivalutata, capita ed amata con il passare delle parole e delle pagine di “Macchia, autobiografia di un autistico”. Lo  ha  scritto lui,Pier Carlo Morello. “Molte volte ho pensato che non esiste Pier Carlo -esordisce nel testo- esiste l’ombra misteriosa capitata per sbaglio in questo mondo. Macchia. Allora caccio via da me saturi cerchi di ansie e resto vuoto. Stoppato.”  Frasi semplici, in cui la sintassi viene stravolta, ma lascia spazio a un impatto emotivo incredibile. Parole che spiegano quella frase che inizialmente sembrava tanto sentenziosa e che fanno capire il suo vero significato.

Nel libro il giovane, nato nel 1981 a Volpago, un paese della Provincia di Treviso, narra la sua storia, a partire dalla prima parola, Luna, pronunciata sul sedile posteriore di una macchina quando aveva quattro anni, fino al lavoro alla Scuola dell’Infanzia di Venegazzù, frazione di Volpago, nella quale è per i bambini un “maestro silenzioso”. E Pier forse si confronta con quei bambini, ripensando al suo rapporto con la madre: “Quando ero piccolo, credevo di non esistere; pensavo di essere la coda della mamma. La mia vita restava sospesa in attesa della mamma. Poi mano leggera mamma mi sfiorava e calava serenità ”  Una quotidianità semplice, la sua, resa grande dalla particolare situazione dello scrittore e dalla sua incredibile storia. Che ha vissuto una tappa fondamentale due anni fa, nel marzo del 2014, quando è stato il primo ragazzo affetto da una forma grave di autismo a laurearsi. E lui ora è un “Dottore magistrale in Scienze umane e pedagogiche”. Traguardo davvero importante, unico nel suo genere, che ha riempito d’orgoglio la mamma e il papà di Pier Carlo, entrambi ex insegnanti, lo stesso Pier Carlo, ma anche una comunità intera. Pier Carlo non parla facilmente, fa fatica a comunicare verbalmente con le altre persone. Riesce però a scrivere, grazie a un sistema di Comunicazione Facilitata  che gli permette di esternare i suoi sentimenti. Attraverso la prosa, ma anche con poesie profonde e piene di significato, sfonda un muro, quello che lo separa dal nostro mondo e ci guida alla scoperta del suo. Anche perché il suo “sogno sarebbe quello di ridestare il mondo scientifico da torpore di pregiudizio”. Quello stesso pregiudizio che ha macchiato la gioia della laurea.

Giornalisti, bloggers, persino medici hanno infatti contestato la sua diagnosi, ritenendo che ciò che Pier Carlo faceva, fa e continuerà a fare sia impossibile per un ragazzo autistico.

Pier ha scelto di difendersi, far capire che la sua malattia ha e ha avuto effetti davvero gravi e radicali sulla sua vita e sulla sua famiglia, fa capire che queste accuse gli fanno male, lo feriscono. Perché lui è un autistico vero. Ma vero è anche il suo libro, vera la laurea.

Articolo scritto da Silvia Lucchesi

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