Scegliere di pensare

TR10_dicembre_2Cogito ergo sum: penso dunque sono. È questo il fondamento alla base della filosofia di Renato Cartesio, la quale considera il pensiero e la facoltà di ragionare l’elemento caratterizzante l’uomo, rispondendo così a uno dei quesiti più importanti nella storia dell’umanità: cosa distingue l’uomo dalle altre creature viventi? Oggi la scienza ha mostrato che l’attività celebrale umana è più intensa rispetto a quella animale, anche se non sempre sembra essere vero: nonostante tutti i benefici che il pensiero può dare, questo ha un piccolo difetto ossia il dispendio di energia richiesto, problema al quale si può ovviare omologandosi alla massa. Questa semplice soluzione è però segno di una pigrizia mentale, che porta il genere umano ad essere facile preda di manipolazioni, con conseguenti difficili situazioni, come le dittature. Questo assopimento del pensiero però non caratterizza una sola epoca, ma ha attraversato i secoli: diverse correnti filosofiche hanno mostrato infatti il chiaro tentativo di sovvertire l’irragionevolezza a favore del raziocinio. Un esempio ne è l’illuminismo, definito da Immanuel Kant, uno dei suoi esponenti più brillanti, come “l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso” dove “minorità è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro”. Con queste parole il filosofo invita a servirsi della propria intelligenza. Oggi, a circa quattro secoli di distanza, nell’era del consumismo, non è più il sano dibattito sulla natura degli argomenti e il ragionare su questi ad importare, ma il loro aspetto. L’apparire viene anteposto all’essere: la ragione non ha più occasione di essere sfruttata e le risposte sono a portata di un clic. I nuovi dispositivi sul mercato ci attraggono, ipnotizzandoci con colori studiati, layout sofisticati e novità divertenti, anche grazie al loro impiego intuitivo. Sembra ormai possibile mettere in stand-by il cervello a discapito della ragione. Non bisogna però scoraggiarsi: in molte situazioni è doveroso riflettere su ciò che accade e giungere a una conclusione con i propri sforzi, rifiutando di accettare le risposte che vengono offerte, le quali non sempre sono corrette, e spesso ci traggono in inganno. Bisogna per tanto utilizzare il proprio pensiero: come la sua stessa etimologia ci indica (dal latino pensum, che denominava un certo quantitativo di lana fatto passare alle filatrici e quindi la materia più grezza, che doveva essere secondariamente elaborata), il pensiero è qualcosa di straordinariamente semplice, che rende possibile oggetti complessi. Attraverso la mente possiamo raggiunge qualunque obbiettivo, non dimenticando mai che il pensiero ci appartiene, infatti come disse Cartesio “non c’è nulla interamente in nostro potere, se non i nostri pensieri”.

Articolo scritto da Natalia Boscolo

Stile: 3
Originalità: 2
Messaggio positivo: 2
Cogitabilità: 2

Commenti
Back to Top