Sentinelle del mattino

TR06_febbraio_011985. Giovanni Paolo II istituisce le GMG (Giornata Mondiale della Gioventù). Anzi, «sono i giovani stessi che le hanno create», per usare le sue parole. Tutti conoscono questa celebre giornata, tutti hanno da sempre visto la folla immensa che si estende a perdita d’occhio in questi raduni. Ma qual è la storia dietro le GMG?

Siamo nel 1983, anno in cui si celebra l’Anno Santo della Redenzione per i 1950 anni dalla Passione di Cristo. Tante le attività e i raduni proposti, tra cui uno giovanile fissato per la Domenica delle Palme. 60.000 i partecipanti previsti, 250.000 quelli effettivi.

Nel 1985, proclamato dall’ONU Anno internazionale della gioventù, il Papa decide di fissare un nuovo incontro con i giovani. 300.000 le persone accorse da tutto il mondo per questo evento. A questo punto, una domanda si fa insistente: visto una risposta così pronta e numerosa, perché non istituire una giornata mondiale con lo scopo di riunire i giovani sotto un unico cielo? E così lo stesso anno Giovanni Paolo II istituisce la Giornata Mondiale della Gioventù, una celebrazione che si sarebbe dovuta tenere ogni anno nelle diocesi la Domenica delle Palme. A quest’evento ne viene presto affiancato un altro, un incontro dalle proporzioni strabilianti per permettere ai giovani da ogni angolo del pianeta di incontrarsi, conoscersi, pregare insieme, condividere la propria storia.

E così l’appuntamento successivo è a Buenos Aires, nel 1987, in un Paese simbolico, l’Argentina, appena uscito a fatica dalla dittatura. Diversi i luoghi scelti di volta in volta, ma mai casuali. Nel 1991 ci si trova a Czestochowa (Polonia) per la prima Giornata con presenti giovani dell’Est e dell’Ovest Europa. Nel 2000 Giovanni Paolo II dimostra la sua grande forza d’animo presidiando la XV GMG nonostante la malattia sempre più critica. Due milioni i giovani riuniti. “Sentinelle del mattino”, li definisce il Papa.

Ma cosa ha portato e continua a portare un numero inimmaginabile di “sentinelle del mattino” ad un unico incontro di popoli, lingue culture? Ad un evento capace di andare oltre ogni conflitto, quei conflitti che dilaniano il mondo e decretati dagli adulti?

Giovanni Paolo II è riuscito ad intuire il desiderio dei giovani di trovarsi, di ascoltare il Vangelo, di condividere le proprie esperienze. Intuizione propria anche del Papa successivo. «I giovani sono così periodicamente chiamati a farsi pellegrini per le strade del mondo», ha affermato Karol Wojtyla. «In essi la Chiesa vede se stessa e la sua missione fra gli uomini; con loro accoglie le sfide del futuro, consapevole che l’intera umanità ha bisogno di una rinnovata giovinezza dello spirito. Questo pellegrinaggio del popolo giovane costruisce ponti di fraternità e di speranza tra i continenti, i popoli e le culture. È un cammino sempre in atto. Come la vita. Come la giovinezza. […] In tal modo si danno la mano, formando un immenso cerchio di amicizia, congiungendo i colori della pelle e delle bandiere nazionali, la varietà delle culture e delle esperienze, nell’adesione di fede al Signore Risorto».

Tante le motivazioni per affrontare un simile viaggio, spirituale e non. Le bandiere dei diversi stati che colorano le strade, i bans cantati in una miriade di lingue, le sfide tra ragazzi di continenti opposti. Un incontro che va oltre la fede, per quanto forte essa possa essere. Un incontro dove i giovani possono smentire le accuse che sempre più spesso rivolge loro la società. Un incontro per riappropriarsi del mondo, per affermare che anche i giovani hanno diritto di vivere e plasmare la realtà in cui vivono. In un mondo cieco nei confronti di tante categorie sociali i giovani hanno deciso di far valere la propria voce, in un grido che prende vita tramite i canti di preghiera delle GMG.

Appuntamento allora quest’estate a Cracovia. È gradita una presenza numerosa!

Articolo scritto da Eleonora Bordignon

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