Un amore che supera paure e confini

TR08_dicembre_1Di che cosa ha bisogno il mondo? La domanda giungeva puntuale ogni anno a noi bambini dalla voce dolce e rincuorante delle maestre per introdurci nel percorso orientato verso la magica festa del Natale. Protetti dall’amorevole cura familiare,dalla presenza rassicurante e saggia degli anziani nonni e forti del desiderio che abitava il nostro cuore di vivere relazioni belle,gratuite,indiscriminanti con tutti, percepivamo il mondo col suo carico di violenze,cattiverie,divisioni,soprusi,guerre come una realtà molto lontana, appartenente ad altri popoli.

Per questo,senza esitazioni,liberi da ogni paura rispondevamo all’unisono con fermo entusiasmo che il mondo aveva bisogno di Pace,di Fratellanza,di Giustizia… DI AMORE!

Iniziava così un frenetico via vai,un incessante brulichio di dialoghi,scenette,sonetti che avevano l’unico scopo di rafforzare l’amicizia che ci univa coinvolgendo lo straniero che condivideva con noi i banchi di scuola,aiutando il bisognoso,perdonando le offese, concretizzando così con la semplicità di piccoli gesti,la nostra risposta.

Oggi la stessa domanda ritorna quotidianamente veicolata da notizie e immagini impietose che riportano  scenari di stragi terroristiche e morti innocenti,disastri ambientali,non più tanto lontani da noi che ci interpellano inesorabilmente e globalmente.

La risposta però non è più univoca e immediata: è facile lasciarsi sopraffare dalla paura e dalla rabbia,dall’irrazionalità montante di queste emozioni ,dimenticando che la violenza genera altra violenza in una spirale senza fine che non fa che aumentare il male e l’instabilità sociale e politica anziché generare pace e sicurezza.

Alla risposta vendicativa e bellicosa proveniente da voci che risuonano stridule e inaccettabili, si contrappone quella di tanti uomini e donne di buona volontà,credenti e non,che possiamo sintetizzare nell’espressione usata dal fondatore di Emergency Gino Strada: “l’unico modo di far finire la violenza è smettere di usarla”.

C’è poi l’Inequivocabile e imprevedibile atteggiamento di Papa Francesco,il Pontefice,colui che è chiamato a costruire ponti,a unire superando ogni divisione. Egli,di fronte alle tante lacerazioni del mondo e alle troppe ferite nella carne degli uomini, alla “produzione di armi che uccidono,all’assassinio di innocenti nei modi più crudeli possibili,allo sfruttamento di persone,minori,bambini..” a un vero e proprio “sacrilegio che si sta consumando contro l’umanità”, indice un Giubileo straordinario per mostrare a tutti l’ineffabile dono della Misericordia di Dio e  immetterla nelle” viscere del mondo”. Misericordia, di per sé vuol dire “missione di amore verso la miseria”; è il sentimento di vicinanza a chi è in difficoltà,il lasciarsi toccare visceralmente dalla sofferenza dell’uomo,chiunque esso sia. È un amore quindi,che si fa per-dono,una forza che fa nascere vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza. Va detto però che la misericordia è un sentimento profondamente umano,prima ancora che religioso. Davanti alla sofferenza, ogni uomo e ogni donna sono presi alle viscere,provano una commozione che dice loro:questo non è giusto. E sentono il bisogno di fare qualcosa. Misericordia,dunque,è compassione,tenerezza,amore che giova a chi lo dona e a chi lo riceve.

L’invito del Papa allora può essere accolto da tutti senza paura: da chi ha il dono della Fede in un Dio che ha il volto del Padre Misericordioso e da chi crede nella forza della vita e dell’amore verso l’uomo;

tutti  possiamo ripetere il gesto dell’apertura della Porta Santa,emblema dell’inizio di questo Anno Santo straordinario, disserrando il nostro cuore da ogni forma di chiusura,di isolamento,di indifferenza, per lasciare entrare uno spiraglio di luce,di energia vitale che faccia crescere nell’umanità quelle qualità spirituali, di condivisione e di misericordia,necessarie per raggiungere nuovi traguardi di convivenza e di fraternità.

Articolo scritto da Federica Bene

Stile: 2
Originalità: 2
Messaggio positivo: 2
Cogitabilità: 2

Commenti
Back to Top